Intervista ad un artigiano che da decenni costruisce con passione muri in pietra.
Ho iniziato a lavorare quando ero in Svizzera (tra il cantone Ticino e il cantone dei Grigioni) a 22 anni, nel febbraio del 1963 mi toccò la ricostruzione di un muro in sassi.
Ci sono muri a secco (sono muri costruiti senza uso di leganti o malte), muri con la malta, muri comuni, muri a faccia vista (privi di intonaco), muri fugati (sono i più costosi) e muri normali (quelli che si vedono più spesso).
A Gemona, essendo zona sismica, è molto facile che i muri crollino; per evitare questo incidente è opportuno armarli nel mezzo con ferri, reti elettrosaldate e con tubi per l’acqua. Inoltre al di fuori è consigliato circondare il muro con sassi.
Tutta la via Glemine fino al Duomo e l’asilo in via Piovega che era stato costruito per metà (aiutato) mentre ha fatto da solo la via de Caine (circa 150 metri di muro).
Io e Livio (Londero) lavoravano coi muri mentre una terza persona (Graziani Gilberto) faceva la malta, lavoravo il petone e sceglieva i sassi da utilizzare (ognuno aveva il suo compito). I materiali che venivano usati erano la sabbia e il cemento, che venivano forniti dal comune, mentre tutto il resto era gratuito. Gli attrezzi venivano preso un po' alla volta, quando occorreva, non tutto in un colpo.
La maggior parte delle volte venivano presi nel fiumicello sotto Sant’Agnese; i sassi che si trovano nel Tagliamento non sono del tutto adatti in quanto sono molto rotondi e i sassi dovrebbero essere un po' squadrati.
È iniziato tutto quando ho visto dei muri molto rovinati (vicino alla fontana di Silans) e da lì ho avuto l’idea di risistemarli.
Per risistemare la vie Glemine abbiamo impiegato circa due anni; in tutto, sommando gli anni che abbiamo impiegato a ripristinare i muri col volontariato si hanno circa cinque anni di lavori.
I lavori iniziavano la mattina e terminavano quando ci si stancava, di solito verso le 16 / 17 del pomeriggio (si stava circa sette / otto ore al giorno a lavorare a meno che non piovesse); era consigliato lavorare in primavera e in autunno (quando non fa tanto caldo o freddo come in estate e in inverno).
Le portavano tutte in un determinato luogo, le mettevamo in una tavola e le scalpellavamo fino a renderle belle alla vista cosicché dopo potevano essere murate (alcune pietre venivano portate in un’impresa in modo tale che potevano essere tagliate, con attrezzi adatti (come ad esempio la flex), della grandezza che occorreva).
No, al giorno d’oggi si stenta ad andare avanti nel settore edile in quanto è un lavoro molto pesante e faticoso pertanto si preferisce fare altri mestieri, come ad esempio si predilige operare in campo informatico (quindi coi computer).
Il primo muro l’abbiamo ricostruito proprio come era inizialmente e, una volta finito, hanno fatto una grande festa.
Salvo terremoti o incidenti di vario tipo, normalmente un muro (con aggiunte e con rinforzi in ferro all’interno) dura per molto tempo.
Angelica Pavon, Pryianka Baldassi 11/05/2022